1. |
Guerra Civile
01:44
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C’è una guerra civile
combattuta sulla strada
che porta da questa città
a quella parte di noi
che custodisce le parole.
Stanotte m’infiltrerò
oltre le linee nemiche
per rubare il materiale
che mi permetta di spiegarti
la differenza che c’è
tra vita invisibile e vita reale,
per proteggerti dal male
che sta in agguato dietro le persiane.
Tu non ti allontanare, io
ritornerò.
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2. |
Canzone Nichilista
03:04
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Sono seduto qui ad aspettarti
almeno da due giorni.
Non nutro alcuna speranza
nella possibilità che tu ritorni.
Ho dormito sull’attenti
ed ho fatto tanti sogni,
di un paio di questi
ricordo biglietti con scritto:
“Non preoccuparti di
chiamarmi,
di scrivermi o lasciarmi.
Tanto moriremo tutti.
Ed a chi vuoi che importi,
tra cinquecento anni,
della storia inutile di due
fantasmi?
La la la la”.
Così ho aspettato l’autobus
per cercare di distrarmi
e a bordo c’erano solo uomini
con delle voragini al posto degli occhi.
Così ho pensato di chiamarti
con l’intenzione di rifarmi,
perché alla fine dei conti
i sogni restano solo sogni.
“Sposami domani.
Lasciamo perdere.
Tanto moriremo tutti.
Ed a chi vuoi che importi,
tra cinquemila anni,
dei litigi futili di due
ectoplasmi?
La la la la”.
A chi vuoi che importi?
Interessa solo a me,
interessa solo me e te.
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3. |
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Mi chiedo cosa ci sarà mai
nella testa dei genitori
quando aspettano le tre
nel parcheggio fuori
dalla discoteca in cui
vi hanno accompagnato
qualche ora fa.
Mi chiedo cosa ci sarà mai
tra le file di ombrelloni.
“Quando hai finito di piangere
mi passeresti gli occhiali?”
Io non capisco più niente
del mondo fuori.
Io vivo solo dentro di me,
dove non crescono fiori.
Ma noi lasceremo la città:
ti porterò in America.
Dammi una mano,
Pakistan.
La la la la.
Mi chiedo cosa farete mai
quando la connessione vi abbandonerà:
vi sentirete male,
vi toccherà parlare
e voi non lo saprete fare
stando alla registrazione ambientale.
Stiamo viaggiando in business class
verso una crisi d’identità.
Dammi una mano,
Pakistan.
La la la la.
Proprio fino alla fine
ti vorrei con me.
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4. |
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“Farei qualsiasi cosa
pur di lasciare la città.
Perché mi manca qualcosa
che non si può trovare qua”.
Se solo avessi parlato così,
io avrei potuto chiederti di restare.
Poi arrendendomi all’evidenza
ti avrei lasciato andare,
tanto qui non succede mai niente,
qui non succede mai niente.
Terremoto dove sei?
Tromba d’aria dove sei?
Napalm dove sei?
“Qual è il suo vero lavoro?
Ma quand’è che crescerà?”
Qui suonare la chitarra è un crimine,
Via Saffi here we come!
Vorrei finirla di parlare di te
e ricominciare a parlare con te,
ma i desideri hanno il limite
di non considerare il fatto
che qui non succede mai niente,
qui non succede mai niente.
Carabina dove sei?
Barricata dove sei?
Lanciafiamme dove sei?
Bombardiere dove sei?
Agente Arancio dove sei?
Bomba atomica dove sei?
Luca dove sei?
Luca, dove sei?
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5. |
Sommergibile
03:59
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Il fiume ha rotto gli argini
da sedici ore ormai.
Il fiume ha rotto gli argini
e io non sarò mai
come mi vedono
gli occhi tuoi.
Non sarò mai
come mi vedono
gli occhi tuoi:
così aperti che non giudicano niente,
così grandi da potere contenere
tutta quanta la città.
Il fiume ha rotto gli argini
da sedici ore ormai.
La voce del telegiornale
conferma che non sarò mai
come mi vedono
gli occhi tuoi.
Non sarò mai
come mi vedono
gli occhi tuoi:
così grandi da potere contenere
tutta quanta la città
e così aperti che non giudicano niente,
ma proiettano la tua vita segreta
in diretta dentro i miei.
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6. |
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Riportatemi indietro,
riportatemi nella mi città.
Qui non ci so più vivere.
E ogni volta che la vedo
questa strada mi ricorda la mia età
e tutto ciò che ho dimenticato di fare.
Come andare a prendere il giornale
o sparare un bengala mirando verso il mare.
Non sono mai riuscito a presentarmi
ai fantasmi della casa accanto.
La notte quando vengono a bussarmi alla finestra
io guardo altrove e penso ad altro.
Generalmente penso a te.
Questo non dovrebbe farti ridere.
La la la la.
Una storia d’amore
che bypassi i filtri della società.
È un lavoro di precisione.
Ci hanno imbottiti di microspie,
ci hanno ascoltati parlare,
siamo finiti in trappola come la lepre e il cinghiale.
Dovrei farmi insegnare a levitare
e ad attraversare i muri penetrando il materiale.
Non sono mai riuscito a presentarmi
ai fantasmi della casa accanto.
La notte mi vorrebbero parlare,
ma io fingo di dormire e non li guardo.
Se avessi più coraggio chiederei:
«Di che reggimento siete?»
Non sono mai riuscito a presentarmi
ai fantasmi della casa accanto.
La notte quando vengono a bussarmi alla finestra
io guardo altrove e penso ad altro.
Generalmente penso a te.
Questo non dovrebbe farti ridere.
La la la.
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7. |
Fonteblanda
01:57
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Oggi e ieri sono stati giorni pieni di vento
e tu sai che la tramontana va di tre in tre.
Così com’è stato per ogni altro istante che hai passato qui
sai esattamente quello che succederà domani.
E questo tratto dell’Aurelia non mi è mai sembrato così lungo.
Quando guidavo con te mi sommergevi di parole
ed influenzavi il tempo. Influenzavi il tempo.
La la la la la.
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8. |
Parsec
03:44
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La nave “Stella Libera” arriverà stanotte.
Darò in pegno il mio computer
per avere un biglietto
e cinque sigarette.
Ché tanto non mi serve a niente.
Tanto non mi serve a niente.
Quando partirò potrò abbandonare la depressione
sulla superficie del “Mare della Tranquillità”.
Da troppo tempo non vedo passare
la cometa che porta il tuo nome.
La notte odora di cherosene,
il motore stride.
Ciò che conta è partire,
perché così non si vive.
Quando partirò potrò abbandonare la depressione
sulla superficie del “Mare della Tranquillità”.
Ché ci sono troppe stelle su cui
non ho ancora messo piede.
Troppe stelle su cui
non ho ancora messo piede.
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9. |
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10. |
Otto Ore
05:31
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L’altro giorno mi ha rincorso per la strada.
È più di un mese che mi segue ovunque vada.
Sono stato all’ospedale ed anche dalla polizia,
ma a loro non importa che viva o muoia o che
me ne vada via.
Mi spiava nella metropolitana,
nascosto dentro la borsa di una donna sudamericana.
L’ho trovato nelle case di quelli come me,
che per l’ufficio occupazione sono
quelli che non sanno vivere.
E finché non gli darete tutto il tempo e l’energia
abbandonate ogni speranza che vi faccia andare via.
Potete correre per un milione di chilometri, ma vi raggiungerà.
È il prezzo che si paga per diventare parte della società.
Stamattina mi ha risposto al cellulare,
sebbene fosse con te che avevo chiesto di parlare.
Ho trovato un suo messaggio dentro alla segreteria, diceva:
«Non puoi vivere mangiando sogni e
camminando sotto braccio a una bugia».
E finché non gli darete ciò che più vi mancherà
provate pure a nascondervi o a lasciare la città.
Oppure a correre per un milione di chilometri, o vi raggiungerà.
È il prezzo che si paga per diventare parte della società.
Se non l’hai già sperimentato prima o poi succederà.
Io spero che tu lo riesca a sopportare, ma io,
per esempio, ero già molto stanco prima di iniziare.
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11. |
Non Andare Via (Parte I)
06:47
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Ho perso tanto tempo
e non me lo so perdonare,
che se me lo risarcissero
non troverei un minuto
da modificare.
La cosa più irragionevole
è inseguire qualcosa che
appare e scompare.
Potrebbe capirlo soltanto tuo padre,
che un tempo viaggiava per mare.
Se al cimitero delle imbarcazioni il vento arriverà,
ci troverai anche la mia:
la chiglia squarciata dalle avversità,
ma la bandiera che sventola
ha viaggiato con me,
lungo le rotte della vita segreta.
Vivetela voi la vita concreta,
vi lascio la nausea.
Tesoro non lo so
chi l’abbia scattata
la fotografia che continuo a vedere.
E non basta chiudere gli occhi
per riuscire a riposare,
perché i sogni che faccio
sono dei film.
Il protagonista è costretto a scappare.
Se metti la tua mano sulla mia
stanotte sognerò
di prendere un treno fino oltre il confine.
E ogni crisi si stabilizzerà.
Così farà anche la mia.
Potrà combattere ma non vincerà,
perché ho una strategia:
rimani con me,
manda in esilio la malinconia.
La vita è facile
se sei con me.
Non andare via.
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12. |
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La vita è facile
se sei con me.
Non andare via.
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